Fra Matteo d’Acquasparta

Quando si spostava nei suoi lunghi e frequenti viaggi a servizio del papa, Matteo d’Acquasparta non potendo fare a meno della sua ricca biblioteca, faceva trasportare i libri sulla groppa di due asini.
Si era dedicato allo studio fin da giovane tanto che, entrato nel convento francescano di Todi, i suoi superiori decisero di fargli completare gli studi di Teologia nelle Università di Parigi e di Bologna che erano allora le più prestigiose. Per alcuni anni insegnò nelle stesse università, nel 1279 passò allo Studium curiae. Fu eletto ministro generale, poi Nicolò IV nel 1291 lo volle cardinale.
Fu uno dei teologi più grandi del suo tempo. A Parigi aveva seguito le lezioni di Bonaventura da Bagnorea, grande interprete del pensiero di
Agostino, che ispirò i suoi scritti. Matteo comunque trovò soluzioni teologiche sempre originali che attingevano anche dagli scritti di Tommaso.
Alcuni dei suoi dotti e numerosi sermoni sono dedicati a Maria Vergine.
Conobbe Bonifacio VIII prima che diventasse papa e lo sostenne in numerose occasioni. Rispetto alle scelte di povertà della Regola, Matteo condivise la posizione moderata degli Osservanti, ma per un ciclo di predicazioni a Firenze preferì un frate degli Spirituali.
Nato in Umbria, ad Acquasparta, in data incerta, Matteo morì a Roma nel 1302. Fu sepolto nella chiesa francescana di Santa Maria in Aracoeli,
in un grandioso sepolcro gotico. Non è noto se egli lo avesse commissionato in vita o se le scelte artistiche siano dovute ai suoi confratelli.