Nicolò IV

 Bonaventura stava scrivendo la vita di San Francesco, integrandola con episodi che gli venivano narrati da testimoni oculari o comunque ben informati e affidabili. Un giorno andò da lui un frate, allora ministro generale dell’Ordine minoritico e gli chiese di inserire nella Legenda il racconto di un sogno di Francesco che gli era stato riferito da un cardinale. Bonaventura ascoltò e scrisse una bella pagina della sua Legenda maior.
Girolamo Masci racconta
Desiderando che venisse approvato dal sommo Pontefice quanto aveva scritto [Francesco] decise di recarsi, con quell’adunata di uomini semplici, alla presenza della Sede Apostolica, affidandosi unicamente alla guida di Dio. Dio, che aveva guardato dall’alto al desiderio del suo servo, per rinvigorire il coraggio dei suoi compagni, terrorizzati dalla coscienza della propria semplicità, gli mandò questa visione: gli sembrava di camminare su una strada, a fianco della quale si ergeva un albero molto alto. Avvicinatosi all’albero, si era messo a osservare dal di sotto la sua altezza, quando improvvisamente una forza divina lo sollevò tanto in alto che riusciva a toccare la sommità dell’albero e a piegarne con estrema facilità la cima fino a terra.
L’uomo di Dio comprese perfettamente che quella visione era un presagio e gli indicava come l’autorità apostolica nella sua accondiscendenza si sarebbe piegata fino a lui. Con l’animo pieno di gioia, confortò i compagni e affrontò con loro il cammino.
Girolamo Masci sarebbe diventato il primo papa francescano. Era nato ad Ascoli, una terra in cui il profumo e il silenzio dei boschi avevano cullato il Francescanesimo delle origini. Lo stesso San Francesco si era fermato a lungo in quelle terre. Girolamo si nutrì dello spirito francescano fin dai primissimi anni di vita e questo segnò in modo profondo la sua spiritualità: amò la vita contemplativa, umile, dedita alla preghiera senza trascurare la sua formazione culturale sia teologica che filosofica. Entrò nei frati minori ed ebbe numerosi incarichi; poi, per la sua preparazione dottrinale, fu mandato a predicare nella Schiavonia (Dalmazia e Serbia).
Quando nel 1274 Bonaventura morì, Girolamo gli successe nell’incarico di ministro generale dei francescani. Nel 1278 il papa Nicolò III lo volle cardinale, ma egli accettò a malincuore e solo per ubbidienza, non volendo rinunciare al saio. La stessa reazione ebbe quando nel 1287 fu eletto papa.
Non tradì mai la sua appartenenza all’Ordine: confermò le sue qualità di uomo di pietà e zelo; operò per l’accordo con i greci, per le missioni
nel Medio e nell’Estremo Oriente, per la difesa dell’Occidente cristiano dai musulmani, per la pace tra i principi e le città italiane. Si impegnò
personalmente perché fossero portati a termine gli affreschi della Basilica Superiore di San Francesco. Morì a Roma il 1292