


Santa Coletta di Corbie
Coletta (Colette Boylet, francese) aveva 17 anni quando nel 1398 incontrò un francescano e gli confidò il desiderio di dedicare la sua vita tutta a Dio. Il frate le consigliò di far voto di castità. Per qualche anno Coletta fece esperienze diverse che potessero dare risposte al suo bisogno di perfezione, ma nessuna le parve soddisfacente: in un primo momento si unì a un gruppo di beghine che prestavano servizio nell’ospedale locale, poi a una comunità di clarisse urbaniste (che seguivano la Regola di Santa Chiara rivista da papa Urbano IV) e infine a delle benedettine.
Consigliata da un francescano decise di entrare nel Terz’Ordine e di vivere come reclusa. Aveva ventidue anni quando la murarono in un piccolo alloggio adiacente alla chiesa. C’era solo una finestra con una grata che le permetteva di parlare con i suoi visitatori. Questa esperienza fu estenuante: i visitatori erano tanti e ognuno cercava di prolungare fino all’impossibile il dialogo con questa giovane che profumava di santità e di cielo e aveva il dono di leggere nei cuori. Coletta ascoltava, parlava e quando rimaneva sola si dedicava a piccoli lavori. Era convinta ormai che quella doveva essere la sua vita e, nonostante alcuni malesseri e tentazioni, non avrebbe mai immaginato di cambiarla.
Un giorno, inaspettata, ebbe una visione: San Francesco, prostrato ai piedi di Cristo, pregava che gli venisse concessa Nicoletta per la riforma
delle suore e dei frati francescani; anche la Madonna unì la sua richiesta a quella di Francesco. Coletta era disponibile a tutto ma la prospettiva era veramente preoccupante. Non solo doveva riprendere i rapporti con la vita attiva, ma doveva anche sfondare la barriera protettiva che i vari conventi avevano costruito a difesa delle numerose sicurezze e dei consistenti benefici che gli stessi papi avevano voluto garantire alle clarisse. Affiancata da un francescano della Serafica Riforma si recò a Nizza dove incontrò l’antipapa Benedetto XIII che ebbe in lei molta fiducia e autorizzò la fondazione di nuovi conventi femminili con la prima Regola rigorosa di Santa Chiara. A questi si unirono dodici conventi maschili che accolsero la stessa riforma. Quale fu l’elemento di novità? Coletta capì che in quel momento il Francescanesimo non aveva bisogno di riformare la sua spiritualità, ma di rafforzare la sua vita dal punto di vista istituzionale. Il suo pragmatismo le suggerì di scrivere le Costituzioni e di organizzare la vita dei conventi nel loro rigoroso rispetto. Gli agiografi tendono a ignorare queste scelte di Coletta, attenta alla soluzione di problemi giuridici, organizzativi e addirittura amministrativi. Quando apriva un nuovo convento studiava le risorse anche economiche offerte dal territorio per assicurarsi la prosecuzione dell’esperienza. In realtà i suoi conventi hanno resistito ai violenti attacchi della storia e sono ancora attivi. Anche se aveva abbandonato il suo eremo, portava con sé la solitudine e i silenzi interiori per momenti di estasi soprattutto dopo aver ricevuto la Comunione, e di meditazione sulla passione. Fra Giuseppe le fa indossare l’abito delle clarisse. Stringe tra le braccia i simboli delle passione e il grano, simbolo eucaristico che in questo caso potrebbe evocare il grande amore della Santa verso l’Eucarestia.
Fu canonizzata nel 1807 da Pio VIII.
- Presentazione
- La chiesa e il convento di San Sebastiano
- Fra’ Giuseppe e i francescani a Gravina
- Il racconto del poema francescano di fra Giuseppe
- L’albero francescano
- Prima parete – canto lunette 1-3
- Prima parete – canto lunette 4-6
- Seconda parete – canto lunette 7-9
- Seconda parete – canto lunette 10-13
- Terza parete – canto lunette 14-16
- Terza parete – canto lunette 17-19
- Quarta parete canto