


Beato Antonio di Sant’Anna

Il Beato Antonio di Sant’Anna nacque in Spagna a Garobillo, nell’Estremadura. Ancora molto giovane prese l’abito francescano di laico e
dopo qualche anno partì per una missione. Fu fatto prigioniero e in un carcere sotterraneo in Tagolandia, nelle isole Molucche, aspettò la morte molto serenamente, digiunando e pregando. I suoi persecutori intanto preparavano il rito del martirio che vollero il più possibile vergognoso e violento. Nel giorno stabilito lo consegnarono con le mani legate a un gruppo di donne. Davanti a tutto il popolo queste donne lo condussero su di una spiaggia e cominciarono a ballare, a cantare a ritmo della musica del tamburello e a provocarlo, a morderlo, a bastonarlo, a seviziarlo con vari strumenti di tortura. Dopo quattro ore lo linciarono mentre lui continuava a guardare il cielo e a pregare ringraziando il Signore perché lo aveva voluto martire. Alla fine un moro gli tagliò la testa con una sciabola. Era il 1610. I miracoli del martire continuarono a lungo anche
dopo la sua morte.
Fra Giuseppe rappresenta il ballo scatenato di donne giovani tra cui c’è una signora ingioiellata che guarda pronta a colpire con uno stiletto
e una donna nera che suona il tamburo. In genere di pelle nera sono negli affreschi gli schiavi o i liberti di origine africana. Un fascio di raggi di sole, che simbolicamente allude alla presenza di Dio, investe il martire dall’alto. Il senso di impotenza è reso dal corpo quasi nudo e immobilizzato, dalle mani legate dietro le spalle e da una corda che lega il collo al tronco dell’albero
- Presentazione
- La chiesa e il convento di San Sebastiano
- Fra’ Giuseppe e i francescani a Gravina
- Il racconto del poema francescano di fra Giuseppe
- L’albero francescano
- Prima parete – canto lunette 1-3
- Prima parete – canto lunette 4-6
- Seconda parete – canto lunette 7-9
- Seconda parete – canto lunette 10-13
- Terza parete – canto lunette 14-16
- Terza parete – canto lunette 17-19
- Quarta parete canto