Beato Giovanni Napolitano

Con l’intento di convertirlo, Giovanni predicava il Vangelo nella città di Gaza alla presenza del governatore musulmano che lo fece imprigionare sperando di fargli abbandonare la sua fede per fame, sete, percosse.
Quando gli riferirono che non era disposto a nessun cambiamento lo condannò a morte.
Fra Giuseppe affresca una delle scene più drammatiche dedicate ai martiri. Giovanni, seminudo, con gli occhi chiusi e l’espressione dolorante, è seduto sul tavolo della tortura e un musulmano sta per tagliargli la gola, istigato dal governatore. Mentre la lama affonda, il primo sangue schizza dalla ferita della gola. I piedi sono legati con una corda alle gambe del tavolo per immobilizzarlo. Altri uomini, tutti muniti di coltelli e di altri strumenti di tortura, partecipano all’azione con espressioni di accanimento. Due cortigiani sembrano invece quasi divertiti. Nella didascalia fra Giuseppe paragona fra Giovanni a San Lorenzo che fu torturato mentre era sdraiato su di una griglia arroventata