San Pietro d’Alcantara

Pietro Garavito nacque in Spagna, ad Alcántara, nella provincia d’Estremadura, nel 1499. A soli sedici anni entrò a far parte dei francescani Osservanti e seguì sempre rigorosamente la Regola francescana. Dopo essere stato eletto ministro provinciale tentò di avviare la riforma dell’Ordine da opporre al movimento protestante, ma i suoi sforzi non furono ben accolti ed egli si dimise dalla carica e per due anni visse da eremita. Numerosi frati si sentirono attratti dalle sue scelte di vita e si affiancaronoa lui. Chiesta l’approvazione di papa Giulio iii, Pietro fondò l’Ordine dei Frati Minori Riformati di Spagna, chiamati “Francescani Alcantarini” che rispettarono la Regola senza mitigazioni.
L’esempio di Pietro fu seguito da Santa Teresa d’Avila. Si incontrarono nel 1560 ed egli divenne il suo confessore e consigliere. L’incredibile e sovrumano ascetismo di Pietro viene descritto da Teresa in un vivace capitolo della sua autobiografia. Ella scrisse, che le penitenze di Pietro erano “incomprensibili per la mente umana”.
Santa teresa d’avila racconta…
Era molto gentile, tuttavia era molto taciturno, tranne quando gli veniva posta una domanda, e allora era incantevole, poiché aveva una intelligenza acuta.
Più di tutte le mortificazioni, da principio gli costò vincere il sonno e a questo scopo restava sempre in ginocchio o in piedi. Lo scarso riposo concesso alla natura lo prendeva seduto, con la testa appoggiata a un pezzo di legno infisso nel muro e, se avesse voluto coricarsi non l’avrebbe potuto, perché la sua cella era lunga soltanto quattro piedi e mezzo. Per tutti quegli anni non si coprì mai col cappuccio, per quanto ardente fosse il sole o per quanto forte piovesse; non usò mai calzature e non portò che un abito di
stoffa grossolana, senza sottovesti. Ho saputo però che egli per vent’anni ha portato un cilicio di filo di ferro bianco senza deporlo mai. L’abito era più stretto possibile e sopra di esso portava un mantello della stessa stoffa […] Spesso non mangiava che ogni tre o quattro giorni e, mostrandomene io sorpresa, mi disse che era cosa facile per chi vi si era abituato. La sua povertà era estrema e la sua mortificazione tale che mi confidò di aver passato tre anni della sua giovinezza in una casa dell’Ordine senza conoscere alcuno dei religiosi, fuorché al suono della voce, perché non aveva mai alzati gli occhi; onde non avrebbe mai saputo portarsi dove la regola chiamava, se non avesse seguito gli altri. Altrettanta modestia aveva per la strada e quando lo conobbi il suo corpo era così estenuato che pareva fatto di radici d’albero.Il Trattato sulla Preghiera e sulla Meditazione, scritto da Pietro da Alcantara, fu definito da papa Gregorio xv “una luce splendente che guida le anime al Paradiso e una dottrina suggerita dallo Spirito Santo”.
Pietro morì ad Arenas nel 1562, fu canonizzato nel 1669 da papa Clemente IX. È patrono del Brasile.
Come in molte altre immagini l’eleganza e lo splendore del contesto (il candore della tovaglia, la raffinatezza delle stoviglie, gli abiti dell’angelo e di Gesù) contrastano con i sai sobri e severi di San Pietro, di Santa Teresa e dei francescani
- Presentazione
- La chiesa e il convento di San Sebastiano
- Fra’ Giuseppe e i francescani a Gravina
- Il racconto del poema francescano di fra Giuseppe
- L’albero francescano
- Prima parete – canto lunette 1-3
- Prima parete – canto lunette 4-6
- Seconda parete – canto lunette 7-9
- Seconda parete – canto lunette 10-13
- Terza parete – canto lunette 14-16
- Terza parete – canto lunette 17-19
- Quarta parete canto