Beato Giacomo di Bitetto

Giacomo Varingez da Bitetto, fu detto anche “Illirico” da Illiria, l’antica provincia romana che includeva Zara, la città in cui nacque nei primi del Quattrocento. Secondo la tradizione i suoi genitori lo educarono nel rispetto dei principi cristiani. Seguendo alcuni mercanti del suo paese arrivò in Puglia a Bitetto dove, attirato dalla spiritualità francescana, decise di entrare in convento come frate laico. Per alcuni anni si spostò a Bari e a Cassano poi tornò a Bitetto dove imperversava la peste e si prodigò nella cura e nell’assistenza dei malati. Trascorsi due
anni a Conversano, ritornò definitivamente a Bitetto dove morì nel 1496.
La sua giornata era dedicata alla preghiera, all’apostolato, ai lavori più umili. La questua gli permetteva di incontrare tante persone, di ascoltare i loro problemi, di confortarle con le sue parole di fede. In convento era attento e disponibile a servizio della comunità: fu cuoco, portinaio, ortolano, sagrestano. Appena possibile si appartava e pregava in luoghi solitari che, con una immagine sacra, trasformava in cappelle.
Nel 1700 Clemente XI lo dichiarò Beato. Il 19 dicembre 2010 la Con gregazione delle Cause dei Santi promulgò il decreto sulle sue virtù eroiche Quando fra Giuseppe dipinse l’affresco fra Giacomo non era ancora Beato e quindi non ha il nimbo. Qualcuno ha trasformato la F di frate in B di beato probabilmente nel 1700.
I due attributi del frate sono facilmente leggibili: il bastone del suo peregrinare che germogliò dopo la morte e la corona francescana per la
sua devozione a Maria (vedi Spigolature).
Si racconta che…
Mentre il Beato Giacomo se ne stava in orazione dinanzi alla cappella della Vergine, una lepre, inseguita da levrieri e cacciatori, si rifugiò sotto il suo abito. Scampato il pericolo, il Beato Giacomo la strinse tra le braccia, l’accarezzò e, dopo averla benedetta, la rimise in libertà.
“Costruisci una via che dalla città conduca al convento” disse il Beato Giacomo al duca d’Atri. E, visto che non c’erano divieti, in una notte la strada fu pronta.
Prima di morire il Beato Giacomo piantò nel piccolo agrumeto il suo bastone di legno di ginestra che crebbe e diventò un albero maestoso. Ormai secco il tronco di quell’albero è ancora al suo posto