


Beato Enrico, re di Cipro

Enrico II, re di Gerusalemme e di Cipro, fu uomo di grande pietà e castità, onestà, umiltà e pazienza, impegnato a regnare esercitando ogni virtù. Anche se sposato, non volle rinunciare alla sua verginità. Dopo molti anni di regno cedette la corona a un suo nipote e vestì l’abito francescano.
Morì nel 1432 e fu sepolto a Nicosia. Molte furono le grazie che i suoi fedeli ottennero per sua intercessione tanto che la sua tomba fu meta continua di pellegrinaggi.
L’eleganza degli abiti e l’ambiente raffinato sottolineano il benessere in cui vivevano per dare risalto alla rinuncia in nome della povertà. Sotto il mantello regale Enrico ha mantenuto il saio.
L’alcova è aperta ma alle spalle, ignorata dalla coppia che si è votata alla castità, davanti a loro col Crocifisso c’è una clessidra, simbolo della vanitas dello scorrere inarrestabile del tempo, invito alla moderazione meditando sul memento mori. Sul tavolo sono poggiati dei libri che in genere rappresentano il nuovo Testamento. Un puttino fa cadere sulle teste del re e della regina due ghirlande di fiori. I fiori, i frutti, il verde della vegetazione sono metafore della vita che si rinnova e quindi portatori di vitalità, di energia.
Fra Giuseppe conclude così il capitolo dei santi e beati di origine nobile che hanno abbandonato le ricchezze per vivere la vita francescana in modo eroico e fino alla morte
- Presentazione
- La chiesa e il convento di San Sebastiano
- Fra’ Giuseppe e i francescani a Gravina
- Il racconto del poema francescano di fra Giuseppe
- L’albero francescano
- Prima parete – canto lunette 1-3
- Prima parete – canto lunette 4-6
- Seconda parete – canto lunette 7-9
- Seconda parete – canto lunette 10-13
- Terza parete – canto lunette 14-16
- Terza parete – canto lunette 17-19
- Quarta parete canto