Santa Catarina da Bologna

“Mai perdere tempo” dice la Regola delle clarisse. La vita della clarissa Caterina fu intensa e varia, fin dall’infanzia.
Nata a Bologna, a nove anni seguì la famiglia a Ferrara, dove si ritrovò in un contesto di arte, di bellezza in cui architetti, pittori, maestranze di ogni genere lavoravano per rendere la città degna di accogliere la corte della famiglia d’Este. Damigella d’onore della figlia del duca, studiò con passione musica, danza, pittura e poesia.
Si dedicò anche allo studio del latino tanto da poterlo usare per comporre i suoi scritti, diventò esperta nell’arte della miniatura e della  copiatura.
Dopo la morte del padre Caterina, che aveva lasciato la corte, entrò nel monastero del Corpus Domini. Qui sebbene impegnata nei lavori più  umili, riuscì a trovare il tempo da dedicare alla pittura, al canto, alla composizione di poesie e preghiere; scrisse, tra l’altro, un racconto in latino sulla Passione di cinquemila versi e un breviario bilingue. Le sue scelte di vita molto legate allo spirito francescano riuscirono a cambiar la vita del monastero: ogni dimensione tetra scomparve e la sua gentilezza leniva le sofferenze e i disagi delle consorelle. Fondò a Bologna la prima casa delle clarisse di cui fu badessa. Per le sue virtù fu chiamata “una seconda Santa Chiara”.